Nell’ articolo “Le vertigini della libertà” abbiamo visto come sia utile rispolverare i vecchi libri di filosofia per comprendere i meandri della mente umana e rendersi conto dell’evoluzione enorme che la scienza ha fatto, soprattutto negli ultimi anni, nel decifrare e comprendere tutto quello che appartiene alla grande sfera mentale, dove decidiamo i nostri atteggiamenti, pensieri, convinzioni.

Bene, oggi ho pensato che è arrivato il momento giusto per apprendere che il coaching o se volete, l’allenamento mentale, oltre che con la filosofia, ha a che vedere con la nostra sfera sociologica, antropologica e quindi anche, con la nostra stessa sopravvivenza.

Questo significa, per sillogismo, che ciò che viene fatto da un mental coach avviene su un qualcosa che è già presente in ogni persona: è qualcosa di assolutamente naturale.

Il coach, lo sai, è un agente di cambiamento che attiva le risorse già presenti nella persona.

È una professione d’aiuto che viene svolta da ognuno di noi, in qualche modo, già dall’alba dei tempi.

La bontà del risultato purtroppo in molti casi resta solo nell’intenzione perché, appunto, la chiave di volta, anzi di s-volta, nell’essere d’aiuto, sta nell’esserne consci, consapevoli e responsabili.

È vero, lo ribadisco, noi tutti siamo potenzialmente dei coach.

Lo siamo non solo in modo innato, ma possiamo diventare addirittura dei veri maestri.

Ci sono, come dicevo prima, delle leggi immutabili che ogni giorno applichiamo e che ci guidano da migliaia di anni, come il desiderio inconscio dell’essere umano di fare il proprio bene anche attraverso il bene altrui. Sia questo in famiglia che nei gruppi sociali, nello sport o nella vita lavorativa.

Questo però comporta il rischio di “influenzare” gli altri in modo non sempre efficace e utile.

Purtroppo, molto spesso, non ne siamo minimamente consapevoli di questo e quindi agiamo in modo incontrollato e inconsapevole per cui poco utile al prossimo e di conseguenza a noi stessi.

Fortunatamente si possono imparare tecniche, strategie, strumenti, metodologie che, come avete avuto modo di appurare e apprezzare negli scorsi articoli, è palese quanto siano potenti ed efficaci.

Ed ecco il secondo fondamentale passaggio: la consapevolezza della nostra potenza mentale che, quando efficacemente applicata, genera un’evoluzione di pensiero e di benessere che sono le fondamenta su cui far poggiare tutto il resto.

Una delle frasi che più amo rivolgere ai miei coachee quando li incontro la prima volta, è che tutto quello che accadrà nel percorso che faremo insieme genererà, oltre a tante risposte utili, un qualcosa di molto ma molto più importante: la consapevolezza.

Che è esattamente ciò che desiderano le persone quando decidono di affidarsi a un mental coach.

Lo sapete qual è la frase che mi dice in genere la gente quando si affida a me o ai coach di OneAnd?

“Vorrei stare meglio di come sto, ho capito che ho qualcosa in più ma non so come trasformarlo in risultati concreti che mi diano il benessere che desidero”

Quel qualcosa in più è già lì… Non si tratta di insegnare qualcosa, che in pratica è come dire che “io lascio un segno” o “io segno in te” avendo come presupposto che qualcosa non sia già dentro la persona, ma di educare al benessere perché in realtà il Coach, come dicevo, è un attivatore di risorse e quindi educa (da “e-ducere” cioè “far venire alla luce qualcosa che è nascosto”) e trae da dentro, le risorse già presenti nella persona.

Come penso ti sia chiaro, ora, rispetto a come sono state impostate e applicate altre simili finora, cambia tutto il senso di questa professione di aiuto, perché il presupposto principale è che non c’è niente che non abbiamo già per raggiungere quello che desideriamo.

Insomma, il compito del Coach, come diciamo ogni settimana nelle nostre lezioni dell’Academy, oltre a donare nuove strategie e abilità, è quello di far emergere soprattutto le risorse che ci sono già.

Capisci adesso come questo renda più semplice il percorso verso il tuo benessere?

E la notizia più importante di tutte è che non devi più andare in giro a cercare qualcosa, perché tutto quello che ti serve, ce l’hai già.

Devi solo attivarlo!