In questo periodo ne sono successe di cose; ho iniziato a essere ospite fisso il sabato mattina tra le 10 e le 11 su Lady Radio nel programma condotto da Carlo Carotenuto, abbiamo inaugurato la Oneand Academy con i vari percorsi per diventare mental coach, ho partecipato a trasmissioni televisive e altre interessanti live social, con Oneand abbiamo avuto tanti ospiti illustri nelle Coaching Parade del venerdì con contributi importanti per la crescita personale, regalati da Luigi Mazzola, i Booda, Maurizio Compagnoni, esempi di resilienza come Donato Telesca o la natur-chef Silvia Petruzzelli e addirittura tra poco verrà pubblicato anche un mio libro sul cambiamento. E tutto per cosa?

Per creare sinergie di benessere, contribuire a far crescere autostima e consapevolezza nelle persone, essere risorsa e dare valore che si possa condividere affinché questo porti ulteriore benessere in chi ci sta vicino. Eppure… Eppure a volte la vita si diverte a metterti davanti delle questioni spigolose che devi imparare a saper gestire.

Parlo degli hater, di questi leoni da tastiera che sgusciano tra le pieghe dei social per creare zizzania.

Ho fatto tutto questo preambolo per dire che io non sono nessuno, non sono un personaggio pubblico, ma si vede che questo è sufficiente per diventare bersaglio, mio malgrado, di qualche pavido frustrato che questa condizione limitante fornita dal covid, ha accentuato nella sua penosa negatività.

Cosa ci posso fare? So che non dovrei ma ci resto ancora male e quando sbuca fuori l’”hater” di turno che mi attacca in modo severo e ingiusto provo una gran tristezza.

Mi perplime vedere che nonostante i mezzi che abbiamo oggi a disposizione per studiare, ricevere educazione, imparare ad aprire la nostra mente, esistano ancora persone così limitate da riuscire ad affermare il loro ego solo cercando lo scontro con altri.

Mi rattrista soprattutto che proprio in questo momento storico in cui abbiamo bisogno di essere più uniti che mai, ci sia qualcuno che ancora perde tempo a disseminare inutilmente astio e livore con tanta foga.

Nei giorni scorsi una persona ha commentato in modo deplorevole e irriguardoso un mio video esprimendo giudizi riguardanti la mia persona e il mio lavoro, senza conoscere né l’una né l’altro. E l’attacco era così predefinito e chiuso alle mie volontà di dialogo da lasciarmi esterrefatto.

Mi chiedo cosa spinge alcune persone ad accanirsi contro altri, senza conoscerli? Cosa spinge questi haters a buttare del prezioso tempo per insultare, emettere giudizi inutili e spietati basandosi su chissà quali informazioni. Più conosco gli esseri umani e più mi stupiscono. E a volte, lo ammetto, mi spaventano anche.

E’ socialmente illogico e controproducente, accanirsi gratuitamente così tanto nei confronti di altre persone e soprattutto verso chi, come me per esempio, ha come obiettivo quello di diffondere strategie di pensiero per vivere meglio. Questo, beh è un comportamento che mi impensierisce assai.

In quest’occasione più che il coaching, a mantener la calma mi ha aiutato un antico adagio del più celebre dei figli di Firenze: “Non ragionar di loro, ma guarda e passa”, e così ho fatto, ho risposto gentilmente e in modo fermo a questa persona, continuando per la mia strada, nonostante l’amarezza che ancora provo in sottofondo.

Invece di restare a languire nella frustrazione per poi andare a diffondere livore, rabbia, rancore e astio intorno a voi, nel mondo, mi chiedo, perché non vi impegnate a distribuire carità, passione, amore, solidarietà?

Se qualcosa non piace è giusto esprimere il proprio giudizio, ma sempre con garbo e rispetto, lasciando alle persone per bene le energie per fare tutto ciò che possono per cambiare in meglio il nostro pezzo di mondo.

Il “nemico” non sono gli altri, non è la pandemia, il vero nemico qui è l’ignoranza e la maleducazione.

E sta a noi sconfiggerla con tutto l’amore possibile. Di questo ho voluto parlare nella rubrica di questa settimana, partendo da una vicenda assolutamente personale, sperando, come sempre che sia stato utile a chi legge.