
In tutto il mondo, ogni giorno, avvengono piccole e grandi tragedie.
Alcune di queste avvengono per mano dei terroristi.
Il terrorismo si chiama così perché porta terrore ed è lo stesso che visita le nostre menti quando ad appiccare il fuoco siamo noi. In quei casi siamo sia terroristi che vittime.
Questo è ciò che accade quando reagiamo male agli avvenimenti e facciamo esplodere delle sensazioni negative, dolorose, che funzionano un po’ come bombe: producono macerie, feriscono l’immagine che abbiamo di noi stessi e incidono inevitabilmente anche sul nostro stato d’animo.
Ogni giorno, volendo, siamo capaci di crearci gratuitamente delle convinzioni che ci intrappolano dentro paura, ansia e stress.
In pratica siamo degli autentici artisti che sanno bene come fare per ridursi a brandelli, siamo degli ottimi terroristi delle nostre anime.
E questa non è una buona cosa se pensi che il tuo obiettivo principe deve essere quello di stare bene ed essere felice.
E quindi? Dove sta la soluzione a questo strano inghippo?
La soluzione nasce dal fatto che per ogni terrorista sulla terra esistono per fortuna centinaia di migliaia di antiterroristi.
Quindi puoi intuire che anche in noi si innesca a sua volta una battaglia contro questo modo di farci del male.
E’ una guerra che mira a mettere fine alla tirannia della mente non utile, quella che ti toglie autostima e sicurezze, quella che crea tristezza e paure dove potrebbero stare solo dei piccoli dubbi o curiosità.
Il fatto di essere entrato in battaglia comporta il tenere un certo atteggiamento verso il nemico ed il primo, assolutamente da attivare subito, è quello di accettare che queste sensazioni esistono davvero e che prima non erano nemici.
La paura infatti tante volte ci ha salvato dai pericoli, l’ansia o lo stress tante volte ci hanno permesso di essere puntuali, nel posto giusto con la giusta attenzione, la tristezza infine ci ha permesso in certi momenti di percepire l’essenza del dolore e ci ha preso per mano di fronte a un addio, traendoci in salvo, trasformandosi in tenera malinconia.
Poi come secondo passaggio, possiamo pensare alla potenza di un sorriso di fronte a questi pensieri. Ridere ci fa sentire forti; è come sentirsi il sole che spacca le nubi.
E infine puoi pensare che esistono tanti modi diversi di intendere la paura lo stress o la tristezza e possiamo cambiare il modo in cui pensiamo a queste sensazioni.
Tanti credono che questi siano problemi così grandi da non poter essere sistemati ma invece attraverso esercizi e strategie adeguate tutto questo è possibile.
I pensieri, anche quelli infelici, non sono un approdo ma un processo e una volta individuata ogni fase, questa può essere frantumata, può essere fatta brillare proprio con una bomba, stavolta amica, che ci libera dall’invasore.
Il rispetto che ognuno di noi dovrebbe avere per sé stesso è più che sufficiente per farti trovare la strada, rapidamente potrai renderti conto che una volta identificate, catalogate, nominate ogni paura, ansia o tristezza li potrai debellare con eleganza e controllo. E col sorriso, alla faccia di chi ti vuole terrorista.